Lucca Comics e Borda!fest 2019: autoproduzioni in mezzo alla pazza folla

Blog originariamente pubblicato su vanessamaran.com

Lucca Comics è un gran casino.
Chi ci è andato almeno una volta nella vita lo sa bene.
Eppure la gente continua ad andarci.
Rischiando la sanità mentale.
Perché?
I motivi possono essere tanti.

Rimanendo solo in campo fumettistico (escludendo quindi tutto quello che riguarda videogames, serie tv, cinema, cosplay e quant’altro), un appassionato decide di andare a Lucca nonostante la folla, la pioggia e il disagio generale per una caterba di motivi: recuperare fumetti arretrati, andare a caccia di dediche, comprare tavole originali, accaparrarsi le tante edizioni limitate, fare affaroni tra i fumetti usati, ecc… ecc…

Io e Marco, che siamo andati a Lucca a nome del Mecenate Povero, avevamo un solo scopo: esplorare per bene la Self Area, che non richiede nemmeno il biglietto della fiera (anche se io l’ho fatto lo stesso pensando di farmi un bel giro in zona Piazza Napoleone… e me ne sono pentita. Un bambino in mezzo alla folla ha descritto pienamente la situazione di venerdì 1 novembre: “Mamma… ma questo è l’inferno!).

Questo per quanto riguarda il Lucca Comics ufficiale, ma tra i nostri obiettivi c’era anche il Borda!Fest: una sorta di “fuori Lucca” che viene organizzato gli stessi giorni di Lucca e che raccoglie altri artisti indipendenti e autori dediti all’autoproduzione, fanzinari, gadget insoliti e altre perle da scoprire. Si trova un po’ distante rispetto ai padiglioni del Comics (quest’anno era a Baluardo San Martino, abbastanza vicino a Porta Santa Maria), ma vale veramente la pena esplorarlo per bene! 

Insomma, io e Marco eravamo miratissimi, così ci siamo concessi una giornata di casino in mezzo alla pazza folla: il già citato venerdì 1 novembre, che fortunatamente è stata una bella giornata di sole (al contrario del weekend). Se nei padiglioni Napoleone, Giglio e compagnia c’era già casino quel giorno, figuriamoci sabato e domenica.
Per trovare un senso alla mia scarsa esplorazione nei grandi padiglioni, alla fine ho deciso di comprare un unico fumetto pubblicato da un editore: Inni alle stelle di Giopota, edito da Bao Publishing. Non l’ho ancora letto, ma adoro il modo di fare le luci/ombre di Giopota e anche il mood della storia mi ispira parecchio: sul sito di Bao potete farvi un’idea.

Ma torniamo alle autoproduzioni.
Per me e Marco fare un giro in Self Area vuol dire ritrovare degli amici, conversare con facce conosciute, aggiornarsi sulle novità e, ovviamente, impoverirci fino all’inverosimile per la roba troppo bella che troviamo nei diversi stand (e selezionare è sempre qualcosa di molto triste da fare. Le autoproduzioni che non riesco a comprare le chiamo i miei “sensi di colpa”, che poi cerco di recuperare alla fiera successiva). C’erano anche facce che non conoscevamo e che abbiamo voluto conoscere a tutti i costi, oppure volti avvistati solo su Instagram con cui, finalmente, abbiamo potuto chiacchierare di persona. Perché (e questa è una cosa che non smetterò mai di dire) una delle caratteristiche più belle delle Self Area in generale è proprio questa: la possibilità di instaurare un legame diverso tra lettore/autore e di chiacchierare come se non ci fosse uno stand a dividere le due parti.

Nelle stories di Instagram del Mecenate Povero abbiamo documentato tutto (abbastanza) per bene u_u

Anche al Borda!fest c’era un bel po’ di gente, quel tanto almeno per strusciarsi abbastanza spesso con gente a caso. Qui si trova roba veramente underground, fanzine assemblate alla bell’è meglio, stampe particolarissime e volumi molto curati, con un’eterogeneità che quest’anno in particolare ci ha colpito. Avremmo preso una marea di roba, ma eravamo già provati dalla Self Area 😅 Abbiamo comunque recuperato dei titoloni: due fanze di Chicks, un progetto di “mitologia femminista”; i due volumi antologici di Gravure, che ci hanno fatto innamorare a prima vista; e Sianne, fumettino di Luisa Torchio (j’adore her style).

E niente, ora abbiamo una marea di roba da leggere e siamo letteralmente sommersi dai fumetti. Che scrivo a fare, ancora? Dovrei essere a leggere tutte queste autoproduzioni!