Per definire in breve Berlino, userei volentieri l’espressione “capitale europea dei ristoranti vegani”… Ma questo è un blog sui fumetti, e quindi di fumetti parlerò!
A scrivere è Vanessa, co-fondatrice di Mecenate Povero (lo specifico perché il post è scritto in prima persona 😁).
Quando io e Marco (co-fondatore anche lui) siamo statǝ finalmente prontǝ a prenotare la nostra tanto agognata vacanza a Berlino, la prima cosa che abbiamo fatto è stato informarci su eventuali festival di fumetto indipendente nel periodo che interessava a noi: tarda primavera, tipo fine aprile / inizio maggio. Andando a caccia su Instagram, abbiamo beccato il Comic Invasion Berlin (tra gli organizzatori c’è anche Federico Cacciapaglia, fumettista italiano che da anni vive a Berlino), un festival che sembrava fare al caso nostro. Questa è quindi la premessa della nostra vacanza a Berlino, per poi scoprire che nell’edizione 2023 di Comic Invasion ci sarebbe stato un focus speciale sul fumetto indipendente italiano… CHE COINCIDENZA 😆
Il Comic Invasion si è tenuto il weekend del 7-8 maggio all’interno del Museo della Comunicazione, con più di 90 realtà espositive tra autoproduzioni ed editori indipendenti (la stragrande maggioranza tedeschi, ovviamente). Prima di questa data abbiamo avuto un sacco di tempo per mangiare tutto il cibo vegano che desideravamo scorrazzare per la città, fare un po’ i turisti ed esplorare in libertà, così nel nostro peregrinare abbiamo girato per qualche fumetteria/libreria/posto-di-super-nicchia (imbattendoci più volte negli unicorni derp di Roy Draws, mio nuovo street artist super prefe).
Abbiamo inaugurato il nostro tour fumettosto con una delle sedi di Modern Graphics, fumetteria fornitissima anche di fumetto anglosassone (con diversi titoli di Nobrow, Drawn & Quarterly, Silver Sprocket e altri) e di small press in lingua tedesca, inglese, francese… Insomma, abbiamo ravanato per bene e aggiunto nuovi titoli alla Collezione del Mecenate, nonché scoperto qualche editore tedesco davvero figo, come Jaja Verlag, Reproduckt e Rotopol (potrei aver recuperato un paio di fumetti di Max Baitinger, dato che in Italia è stato tradotto solo uno dei suoi fumetti, grazie a Sigaretten).
Altre due tappe consigliate a chiunque voglia farsi un giro a Berlino senza rinunciare a libri, fumetti e roba assurda stampata su carta sono She said, libreria transfemminista che aveva di tutto (dalle raccolte di poesie di donne trans alle fanzine super intimiste), e All The Problems in This World, posticino piccolo e intenso dedicato principalmente a manuali gdr indipendenti.
Ma passiamo al Comic Invasion!
Come il Bricòla di Milano, è ospitato all’interno di un museo ed è ad ingresso gratuito (non male come inizio). Quando siamo andati noi, sabato pomeriggio, era molto frequentato e ci siamo sentitǝ un po’ spaesatǝ. La nostra ancora di salvezza è stato lo stand che ospitava i fumettisti italiani: presenti al festival erano Pablo Cammello, Spugna, Alice Socal (loro tre sono stati i protagonisti di un evento in cui hanno letto/mostrato estratti dei loro fumetti. In particolare Cammello aveva portato una novità autoprodotta, Purple Empire, realizzata insieme a Criminaliza), Sergio Ponchione, Mammafotogramma, Marta Punxo, Joe1, Tommy Gun Moretti ed El Rughi. In questi primi minuti, è stato carino origliare ascoltare Spugna che spiegava a della gente non italiana perché il fumetto in Italia viene chiamato “fumetto” (in Germania è definito semplicemente “comic”).
Dopo questo primo spaesamento, ci siamo buttati nella mischia e siamo andatǝ a caccia di autoproduzioni, preferibilmente in lingua inglese (e ce ne erano parecchie, per fortuna!). Abbiamo incontrato di persona Karla Paloma, fumettista che con il suo Anti Baby ci ha fatto super ridere (non ringrazieremo mai abbastanza Just Indie Comics per avercela fatta scoprire) e sfogliato tante, tantissime autoproduzioni (sul sito trovate la lista completa degli espositori). In particolare ci ha affascinato il lavoro di Paul Winck dell’etichetta indipendente WEIRD, che abbiamo praticamente svaligiato!
Prima di lasciare il festival con il portafogli alleggerito, non abbiamo resistito e abbiamo approfittato dell’Illumat, del tutto simile ad una di quelle macchinette delle fototessere, con la differenza che all’interno della cabina c’era una persona (Mayha Suaysom) che, in massimo cinque minuti, disegnava il tuo ritrattino! Ora abbiamo un ricordo carinissimo di Berlino e di questo festival ❤️