Federica d’Angella di recente ha lanciato la sua prima campagna crowdfunding per finanziare il suo nuovo fumetto (palindromo!): Musashiba & Kokojiro, reinterpretazione del duello tra due leggendari samurai
Fino al 13 marzo possiamo finanziare su Eppela un progetto che piacerà sicuramente agli appassionati di cultura giapponese e ai fan degli animali antropomorfi (ma non solo): Musashiba & Kokojiro di Federica d’Angella, una fumettista che il Mecenate Povero ha conosciuto durante Cartoomics 2019 grazie a Fatti Atroci e Traversal, due fumetti che abbiamo apprezzato molto. Incuriositi da questo progetto, dopo aver segnalato il crowdfunding abbiamo deciso di fare qualche domanda a Federica, incuriositi non solo dalla storia ma anche dalle caratteristiche “fisiche” di questo nuovo volume!
Ciao Federica! Benvenuta nel blog del Mecenate Povero e grazie per averci contattato. Avevamo già “occhieggiato” le anteprime per il crowdfunding di Musashiba & Kokojiro sui tuoi social e ora siamo contenti di poter scoprire questo progetto più nel dettaglio!
Da quanto tempo sei attiva nel mondo dell’autoproduzione a fumetti? È una realtà che ti sta portando soddisfazioni?
Mi sono lanciata nell’autoproduzione da un paio di anni. Ho iniziato pubblicando online Fatti Atroci e una volta raccolte abbastanza pagine, ho deciso di investire e stamparlo, presentandomi poi alle prime fiere in Lombardia. Di certo ci sono state tante soddisfazioni vedere i propri fumetti in mano ad un pubblico, ricevere commenti, critiche, complimenti e un guadagno è stato un bel traguardo.
Come mai, dopo tre progetti (Fatti Atroci , Traversal e Sun and Moon), hai deciso di lanciare il quarto proprio con un crowdfunding?
Dopo i primi lavori, ho deciso di provare il crowdfunding per due principali motivi. Il primo è il mero costo economico del nuovo progetto, per Musashiba & Kokojiro ho scelto un formato e uno stile di disegno sicuramente più onerosi e dispendiosi rispetto alle mie precedenti pubblicazioni. Il secondo è dovuto alla sfida, data dal salire di gradino nell’indipendenza dell’autoproduzione. Se la campagna andrà a buon fine, sarà una nuova grande soddisfazione!
I personaggi di Musashiba e Kokojiro sono ispirati a due figure storiche giapponesi, due guerrieri che si sono scontrati in un famoso duello all’inizio del XVII secolo. In che modo ti hanno ispirato questi personaggi? Ti sei divertita a trasformarli in uno shiba inu e in un pappagallo nero?
Devo ammettere che il processo è stato un po’ inverso! La prima volta che ho disegnato Musashiba e Kokojiro, è capitato per colpa di internet. Ogni tanto trovo in giro foto divertenti di animali in atteggiamenti che ci ricordano quelli degli umani, oppure con buffi abitini che (poveri loro) indossano per nostro diletto! In questo contesto, trovai uno shiba inu con un’armatura da samurai fatta su misura per lui, e un pappagallino nero con un completino da samurai e con tanto di katana! Così decisi di ridisegnarli nel mio stile. Quando i miei amici e collaboratori li videro, per scherzare iniziarono a chiamarli Musashiba e Kokojiro. Ho iniziato così a informarmi sulla vita di Musashi e Kojiro, poi a imbastire una mia versione della storia, ed eccoci qui!
I protagonisti dei tuoi fumetti sono personaggi antropoformi: come mai?
Uno dei segni più riconoscibili del mio lavoro è di certo lo stile antropomorfo. Molti mi chiedono di questa scelta e devo ammettere che uno dei motivi principali è la naturalezza con cui mi ritrovo a disegnare personaggi di questo tipo, oltre al grande amore che provo per il mondo animale. Inoltre l’espressività, la recitazione, è tutto più naturale e semplice per me quando lascio che i miei personaggi abbiano tratti antropomorfi!
Tra le tue fonti d’ispirazione c’è sicuramente la cultura giapponese. In cosa la trovi così affascinante?
Ho sempre avuto un certo fascino per il Giappone. Partendo dall’innamoramento in adolescenza dovuto ai manga e agli anime, l’amore per il paese del sol levante è cresciuto su tanti campi: storia, design, arte, cucina… C’è tantissimo del Giappone che mi ha toccato il cuore, soprattutto quando ho avuto modo di visitarlo. Il moderno e l’antico, il tempio costruito appena accanto al grattacielo, i parchi in pieno centro città dove si sente solo il rumore delle (gigantesche) cicale. Non dimenticherò mai le frenetiche strade di Tokyo, Akihabara, le insegne, i grandi schermi pubblicitari, o Kamakura, il suo grande budda di bronzo, i templi e il mare.
C’è qualcos’altro in particolare che ti ispira? Hai degli illustratori e fumettisti a cui guardi particolarmente?
Per come sono cresciuta artisticamente, è difficile che ci sia qualcosa che non mi ispira: penso spesso che “tutto può insegnare qualcosa, anche qualcosa che non piace”, per cui tendo a leggere, guardare, giocare, recitare, ascoltare tantissimo. Parlando strettamente di disegno, credo che sia impossibile per chiunque guardi al mio lavoro non rivedere quanto ho imparato da Juanjo Guarnido e il suo Blacksad. L’incontro con questo artista mi ha cambiato moltissimo: seppur io abbia sempre amato gli antropomorfi della Disney, il modo di trattare questo stile di Guarnido e la maturità che attribuisce a un genere ritenuto solitamente infantile ha avuto un grande impatto su di me. La lettura di Blacksad mi ha spronata a proseguire sullo studio degli animali antropomorfi e a approfondire questo stile, poi ulteriormente rafforzato dalla lettura di Lackadaisy di Tracey Butler e, per motivi narrativi più che stilistici, Maus di Spiegel. In ogni caso difficilmente vi sono disegnatori che non apprezzo o da cui non apprendo nulla, ma i tre sopra citati sono stati sicuramente i più incisivi.
Musashiba & Kokojiro è un fumetto palindromo, ossia un fumetto che puoi leggere da un lato con la lettura occidentale, dall’altro con la lettura orientale, con il finale nel mezzo. È il tuo secondo fumetto palindromo (il primo è stato Sun and Moon, realizzato a quattro mani con Chiara Talamo). Cosa ti piace di questo formato? Continuerai a sperimentarlo in futuro?
La sperimentazione del palindromo è nata un po’ dall’esigenza di realizzare un fumetto di poche pagine ma con una caratteristica peculiare e un po’ dal concretizzare l’idea che avevamo io e Chiara Talamo di “unire due percorsi”. Così è nata l’idea di creare letteralmente due mini storie e di concludere entrambe nel centro, nel caso di Sun and Moon avevamo l’eclissi nel centro ed è stata la prima occasione in cui ho scelto questa peculiarità che ho approfondito e perfezionato per Musashiba & Kokojiro dove nel centro avremo il momento più conosciuto storicamente: il loro duello all’isola di Ganryjima.
Il progetto è completamente realizzato ad acquerello, una tecnica che utilizzi spesso nel tuo lavoro. Com’è il tuo rapporto con le tecniche tradizionali e con quelle digitali? Usi dei criteri particolari per decidere se usarne una piuttosto che un’altra?
Ci sono tecniche che ritengo più naturali da applicare a mano ed altre al pc anche se considero manuale e digitale mai del tutto separati. Se da un lato trovo piacevole, addirittura rilassante, stendere l’acquarello, dal canto suo ha tutti i difetti del manuale: gli errori sono sempre un problema e si rischia di dover buttare una tavola per uno schizzo d’acqua impossibile da correggere. Nonostante ciò, mi è difficile recuperare a digitale quella naturalezza che ottengo con i pennelli, e l’impaginazione delle vignette, i balloon e il lettering per me sono fattibili solo attraverso il computer.
Musashiba & Kokojiro è un lavoro diverso dal mio solito flusso di lavoro: dove il digitale aiuta ad accelerare i tempi (o dividere il lavoro con altri inchiostratori o coloristi), in questo la colorazione ha richiesto molto più tempo del normale, oltre al dover accettare alcuni limiti della tecnica stessa (la brillantezza di alcuni colpi di luce o del colore). Il grande criterio che mi ha fatto propendere per l’acquarello per questo fumetto è stata l’idea di base di focalizzarsi ulteriormente sull’effetto di “grezzo” o comunque di “manuale” per rispettare il sapore di antico e storico che la storia che stavo andando a raccontare portava con sé; infatti si può vedere come anche nel fumetto stampato si percepisca la granatura della carta acquarello su cui è stato disegnato e si vedono delle linee di costruzione dei personaggi.
Quali saranno le prossime fiere del fumetto a cui parteciperai?
A breve avrò modo di partecipare a Cartoomics con un gruppo di colleghe di scuola del fumetto, le GoodKnights (con cui abbiamo in progetto una collaborazione ancora in lavorazione ma in arrivo per Marzo!), mentre ad Aprile sarò presente anche a Bricòla a Spazio Wow. Al momento non ho altre fiere in lista, dato che mi muovo principalmente in Lombardia nei dintorni di Milano, ma spero in futuro di avere modo di presentarmi anche ad altre manifestazioni!
Non vediamo l’ora di Cartoomics per sfogliare le novità che Federica ha in ballo per noi!
Intanto possiamo sostenere il crowdfunding di Musashiba & Kokojiro e, se volete dare un’occhiata ai lavori di Federica, la Collezione del Mecenate ha anche il primo volume di Fatti Atroci: potete venire a sfogliarlo durante uno dei nostri prossimi appuntamenti!