Benvenutз all’Inferno: intervista a Dark Gun Comics

Dark Gun Comics e Welcome to Saint Hell

L’autoproduzione non dorme mai: già nel primo mese del 2022 stanno spuntando come funghi progetti nuovi di collettivi appena nati! È il caso di Dark Gun Comics, realtà indipendente formatasi nel 2021 che a gennaio 2022 ha lanciato il suo primo crowdfunding su Kickstarter. Lo scopo? Finanziare il primo albo di una miniserie di 5 numeri: Welcome to Saint Hell.

Ciao a tuttз di Dark Gun Comics!
Abbiamo sentito per la prima volta parlare di voi quando avete lanciato su Kickstarter la campagna per il vostro primo progetto, quindi per noi siete un po’ saltati fuori dal nulla… Chi si nasconde dietro la vostra realtà e cosa vi ha spinto a fondare Dark Gun Comics?

Ciao Vanessa, ciao Marco, innanzitutto grazie dell’interesse e della possibilità di farci parlare del nostro lavoro.
All’inizio, nel 2019, c’erano solo Marco N.G. Filipponi ed Elena Ominetti, rispettivamente scrittore/letterista e disegnatrice della serie. Marco è all’esordio, mentre Elena era già all’epoca una professionista a lavoro su diversi titoli per diverse case indipendenti. Su idea del primo, hanno sviluppato insieme la stesura originale del soggetto, revisionata più volte prima di arrivare a quella finale. Quando abbiamo scelto di realizzare il fumetto a colori, si è unito Diego Martini, anche lui come Elena uscito dall’ACCA Academy di Jesi e già avviato nel mondo delle autoproduzioni. Il passo successivo è stato quello di decidere come realizzare il nostro progetto, e una volta scelto il crowdfunding abbiamo contattato il Dr. Daniele Marini, grande appassionato di fumetti e compagno di scuola di Marco con una sfilza talmente lunga di lauree e titoli accademici che ancora non abbiamo chiaro cosa faccia di mestiere. Tra le sue infinite risorse, però, c’è quella di creare e gestire progetti, che l’ha portato ad aggregarsi in qualità di Project Manager, una scelta a dir poco determinante, che ha completato un quartetto tutto marchigiano. La prima riunione tutti insieme ci è servita per capire che la collaborazione sarebbe continuata oltre questo progetto, e la naturale soluzione è stata quella di creare un vero e proprio gruppo di autoproduzione, di cui Welcome to SAINT HELL è solo il primo passo.

Welcome to Saint Hell è una sorta di libera rivisitazione noir della Divina Commedia, ambientata in Florida negli anni Cinquanta. Il goal è stato già raggiunto e siamo sicurз che prima o poi leggeremo questo primo albo! Qual è la storia del fumetto?

Più che una rivisitazione noir della Divina Commedia, è un action-noir a sé stante, per quanto pesantemente ispirato a essa, ma lo spiegheremo meglio rispondendo alla prossima domanda. Questo numero d’esordio incarna il primo atto della miniserie, più propriamente noir e non molto action, in cui ci vengono presentati ambientazione, fatti e personaggi.

Il fumetto si apre all’alba del Mercoledì delle Ceneri del 1956, nel quartiere soprannominato Inferno della fittizia città di Saint Help, in Florida. Vincent B. Philips, un codardo investigatore privato di trentacinque anni tormentato dalle visioni di uno spettro messicano, è con la sua prostituta abituale dopo una notte passata a ubriacarsi per affrontare la morte della sua partner e unica amica, Beatriz. Una morte che, oltre a non suscitare in lui una vera e propria reazione emotiva, lo porterà a incappare in Arlecchino, figlioccio mascherato del boss mafioso della città. Vincent non potrà far altro che intraprendere un viaggio attraverso i quattro distretti (e le viscere) della città, in cui incontrerà “fantasmi e ombre” che forse lo porteranno alla redenzione, braccato nel frattempo dagli sgherri de “lo ’mperador del doloroso regno”, quel Don Lucio Fiero che muove i fili della città dal suo maniero, il Paradiso.

Cosa vi ha ispirato? I 700 anni dalla morte di Dante del 2021 vi ha acceso una lampadina, o anche altri fattori?

Quella dell’anniversario è stata una vera e propria coincidenza. All’inizio c’era solo il bisogno dello scrittore di trattare il tema del rapporto col passato, evoluto poi in quello della redenzione. Di lì a poco Marco ha scelto il noir, genere di cui ha sempre subito il fascino, e di basare l’ambientazione sulla sua città natale, trasformandola da Porto Sant’Elpidio in un americaneggiante Saint Help, storpiata d’istinto nell’ossimorico Saint Hell. Approfondendo poi la caratterizzazione di città e personaggi, Marco si è ritrovato ad attingere sempre più dal poema dantesco, che adora, fino a che non ha deciso di andare all in. Il primo passo è stato dividere la città in quattro distretti soprannominati Inferno, Limbo, Purgatorio e Paradiso, distinti tra loro per stile, colori e atmosfere. Anche i personaggi hanno subito un trattamento simile: dai richiami nei nomi (oltre a Beatriz e Arlecchino, per esempio, c’è la Signora Minós, padrona di casa di Vincent e sempre pronta ad aspettarlo al varco) ai ruoli nella storia, che però vi lasceremo scoprire man mano, con l’uscita dei prossimi volumi. Per finire, le copertine regular saranno tutte ispirate ad altrettante incisioni di Gustave Dorè per l’Inferno, mentre ciascun numero avrà come titolo una citazione diretta della stessa cantica, partendo da La città dolente.

Quella del crowdfunding è stata la vostra prima scelta o avete valutato anche altre strade?

La nostra prima idea era quella di proporre alle case editrici un fumetto completo in forma di graphic novel, ma col tempo la via del crowdfunding ha preso il sopravvento fino a diventare quella definitiva, portandoci alla trasformazione in miniserie: un’intuizione di Elena che ci ha convinto all’istante.

La campagna è rivolta sia ad un pubblico italiano che estero. Come mai questa scelta? Che riscontro state avendo con i lettori stranieri?

Si era scelto sin dall’inizio di scrivere il fumetto in inglese per presentarlo alle case editrici anglofone, un mercato più ampio di quello nostrano, che ci avrebbe permesso di condividere il nostro lavoro con quanta più gente possibile. Passati al crowdfunding la scelta è rimasta, con la versione italiana che paradossalmente non è quella “originale”. Al momento siamo quasi in perfetto equilibrio tra le due versioni, un risultato dovuto al gran lavoro social e pubblicitario del nostro Project Manager.

Sarà interessante avere una rilettura della Divina Commedia in una chiave così diversa dal solito, con simboli e riferimenti culturali differenti. Una delle immagini-simbolo della campagna, ad esempio, è una donna truccata alla maniera di una calavera, il tradizionale teschio messicano legato al Dìa de los muertos. Ci potete dire qualcosa di più, in merito?

Lei è un vero e proprio mistero nel mistero, non solo perché è una visione che tormenta il protagonista, ma anche perché non ha un nome neanche “dietro le quinte”; noi la chiamiamo solo Sugar Skull Lady o, appunto, (Mujer) Calavera. Non possiamo dire molto di più su di lei senza fare spoiler, se non che è il motore che spinge (o trattiene?) il protagonista nel suo viaggio, e che dietro il suo aspetto c’è una ragione narrativa ben precisa.

Prossimamente le vostre energie saranno concentrare esclusivamente su Welcome to Saint Hell o contate di pubblicare altri titoli, nel frattempo?

Il nostro obiettivo attuale è quello di pubblicare tutti e cinque i numeri di Welcome to SAINT HELL, poi faremo il punto della situazione, dovendo decidere se dedicarci solo alla successiva serie (ne abbiamo già due in fase embrionale, tra cui il seguito diretto di Welcome to SAINT HELL) o proporre più progetti contemporaneamente. Sul medio-lungo periodo ci piacerebbe diventare una vera e propria casa editrice indipendente, e dar vita a progetti che si allineino con la nostra visione.

Uno dei valori della vostra realtà è l’ecosostenibilità: come sostenete questo valore nel pratico?

Usare il 100% di carta riciclata per i volumi è stata un’idea di Diego che abbiamo subito appoggiato all’unanimità. Per noi essere eco-friendly è fondamentale, e abbiamo scelto la carta riciclata anche per altre ricompense e due stretch goal (ricompense gratuite “sbloccabili” raggiungendo certe soglie nella campagna). Purtroppo non abbiamo trovato nessuno che produca sticker con materiali riciclabili, ma siamo ancora in tempo e le segnalazioni a riguardo sono benvenute! Anche il packaging con cui spediremo, poi, sarà riciclabile al 100%.

Ultima domanda, giusto per toglierci una curiosità: da dove viene il nome “Dark Gun Comics”?

Viene dalla mente imperscrutabile del Dr. Daniele: quando abbiamo scelto di fondare un team in vista di futuri lavori insieme, il naturale passo successivo è stato quello di definire un’identità composta da nome, logo e motto. Abbiamo fatto una prima selezione interna tra elementi proposti da noi, per poi far votare i tre “finalisti” via social. Alla fine è stata scelta la primissima cosa che era passata per la testa di Daniele partendo dal doppio significato di to draw (disegnare/estrarre in inglese). Da quel momento tendiamo ad affidarci a lui anche nelle scelte di vita.

Ecco dove potete trovare Dark Gun Comics online: