“Vengono fuori dalle pareti, vengono fuori dalle fottute pareti”.
Troppo spesso ci si imbatte nell’ignoranza: è ovunque e ci circonda, aggredendoci quando meno ce lo aspettiamo, come nella scena da cui è tratta la citazione qui sopra (e se non la conosci… bè, rientri nella categoria degli ignoranti, mi spiace).
Troppo spesso ci imbattiamo negli ignoranti anche se è difficile districarsi fra chi “ci è” o chi “ci fa”. Per non parlare dell’ondata di analfabetismo funzionale che si è abbattuta violentemente sulla penisola (così dicono).
Oggigiorno è difficile trovare qualcuno con cui sia piacevole e interessante parlare, specie di fumetto, difficile trovare qualcuno con cui valga davvero la pena chiacchierare, in un mondo che sa sempre di meno, per non dire che, a volte, non sa proprio un cazzo!
Che la pensiate così o che siate totalmente contrari vi invito a continuare la lettura e trattenere qualsiasi commento… Non fate “gli ignoranti”.
Troppo spesso si associa l’ignoranza con chi non legge, con chi non si informa, con chi “non sa” ma non è solo quello, gli ignoranti sono proprio ovunque! Con buonissime probabilità tu che stai leggendo questo articolo sei un ignorante. Anzi, lo sei sicuramente. E io con te.
L’ignoranza è il punto di partenza
Quando ho iniziato a far parte del progetto Mecenate Povero, conoscevo un solo fumettista indipendente, che si autoproduceva (e si autoproduce tuttora). Uno solo. Certo, bazzicavo già le self area, avevo un po’ di volumi autoprodotti, alcuni di collettivi che ormai non esistono più da anni, ma se al tempo (febbraio 2018) mi avessero chiesto di nominare un fumettista che si autoproduceva avrei saputo rispondere solo quel nome. Non ne conoscevo altri. Perché, da lettore, mi interessavo molto di più delle storie che stavo leggendo e non troppo di chi me la stava raccontando.
Nella mia vita non esistevano Baronciani, Zerocalcare, Toffolo, ma neanche le Tijuana Bible, il fumetto underground, Basil Wolverton e tutti gli altri. E non solo ignoravo questi nomi, ignoravo anche tutto quello che sta dietro all’autoprodursi; ignoravo le fatiche, ignoravo le motivazioni, le ideologie, le implicazioni anche politiche dietro l’autoproduzione. Ignoravo un sacco di cose, non sapevo nulla e anche adesso non so nulla.
Ero, e sono, un completo ignorante. Ma è da qui che partiamo tutti, dal non sapere.
E vi dirò di più: fino a poco prima di scrivere questo blog non avevo neanche mai visto la scena dalla quale è tratta la citazione di apertura di questo blog che, per chi non lo sapesse, è tratta da Aliens – Scontro finale. (nella scena gli xenomorfi si mimetizzano con l’ambiente in cui si svolge la scena, dando l’impressione di sbucare dal nulla, di uscire dalle ‘fottute pareti’)
Sconfiggere l’ignoranza è impossibile
Ci sarà sempre qualcosa che non saprò, ci saranno sempre autori di fumetto che non potrò conoscere o ricordare.
Di sport non so nulla, di musica so poco; di film e serie tv forse qualcosina di più ma ci sono dei grandi cult che non conosco minimamente. Di arte so poco, di letteratura ancora meno.
Sono un completo ignorante. Ma questo è completamente normale.
Non si può sconfiggere o annullare l’ignoranza anche perché ci vuole tempo per far esperienza e per conoscere e, in quello stesso tempo, succedono più cose di quelle che potremmo mai imparare o approfondire e ogni approfondimento prende del tempo ad altro, e così via. Insomma non c’è scampo, siamo destinati all’ignoranza, al non sapere tantissime cose. E non possiamo farci nulla… o quasi.
Certo non sapremo mai tutto però ci sono dei piccoli accorgimenti che possiamo attuare per rendere il mondo “meno ignorante”, a partire da noi stessi.
Passo 1: riconoscere l’ignoranza e non sottovalutare l’esperienza
L’ignoranza è inevitabile, è la nostra condizione di partenza, e non è fisicamente possibile conoscere ogni cosa. Non dobbiamo però dimenticare e sottovalutare l’importanza delle esperienze: la nostra vita è una sommatoria di esperienze e chiunque, anche un completo “ignorante”, può fare e fa esperienza di qualsiasi cosa. Tutti possiamo, e dobbiamo, avere accesso ad ogni ambito e non sottostimare mai il nostro punto di vista che, per quanto semplice o “ignorante”, vale tanto quanto il punto di vista del più esperto del settore.
Io sono uno, tanto quanto Alberto Angela, e se la mia esperienza mi porta a dire “quel vaso è solo un pezzo di terracotta” quella cosa ha valore, tanto quanto la più approfondita ricerca e indagine archeologica di quello stesso reperto. La mia esperienza semplicemente suggerisce che il valore che cerco nella mia vita non sta in quel vaso e non sono ignorante per questo, ho semplicemente bisogno di altro, ho altre priorità. Quella mia esperienza sta al di sopra di qualsiasi altra cosa, non in senso assoluto, ma in senso personale. E il mondo è fatto da persone che provano e fanno esperienze di cose totalmente diverse, di persone a cui piacciono e si appassionano di cose completamente diverse fra loro. Se così non fosse saremmo tutti dei generalisti, qualunquisti e tutto sarebbe piatto, insipido, senza forma e non ci specializzeremmo in nulla (avendo nozioni standard e ignorando tutto il resto).
Passo 2: Niente panico, niente accanimenti
Avrete forse notato, in apertura dell’articolo, un accanimento nei confronti dell’ignorante che non conosceva la citazione di Aliens.
Sono praticamente certo che qualsiasi ignorante ha comunque colto un significato di quella citazione, ne ha fatto esperienza (come si diceva prima: l’esperienza si può fare sempre, anche e soprattutto se non sai); semplicemente quelle stesse parole non suggeriscono a lui un determinato sottotesto che invece coglie chi ha già fatto esperienza di quel film o di quella citazione del film e che ora passa dalla parte del “colto”.
Accanirsi, insultare, prendere in giro, schernire chi non ha ancora avuto un’occasione di conoscenza non farà che allontanare sempre più quella persona da quel tipo di conoscenza perché la sua esperienza, il suo primo contatto, sarà stato “violento”.
Se davvero ci teniamo a diffondere un certo tipo di cultura non accaniamoci contro l’ignorante ma anzi, spieghiamogli e facciamogli fare esperienza di quella cosa.
Il tempo impiegato a sfottere, o sottolineare una “non-conoscenza”, può essere impiegato per spiegare e per far fare esperienza.
Anziché reagire con “Ma come?!?! Non sai chi sia Basil Wolverton?!? Ma come fai a non conoscerlo? È tipo famosissimo! Ma dai, non posso crederci che non lo conosci… Basil Wolverton! Dai! Va bè ma ragazzi, se non conosci Basil Wolverton cosa stiamo qui ancora a parlare? Recuperalo subito!” puntiamo a qualcosa di inclusivo e accogliente: “Non conosci Basil Wolverton? Praticamente era questo fumettista statunitense della prima metà del Novecento famoso per le sue caricature e ritratti distorti. Ha avuto una serie di sfighe nella vita ma è riuscito comunque a pubblicare un sacco di suoi disegni deformati, davvero controversi per l’epoca, influenzando poi tutta una fetta di artisti underground, illustratori e fumettisti per lo più.”
Fine.
Ci sta che una persona non conosca Wolverton, per quanto famoso o importante sia. Ci sta, accettiamolo e offriamo uno spunto per approfondire anziché una presa in giro che avrà un effetto respingente. (e se davvero volete approfondire Basil Wolverton ne abbiamo parlato in questo articolo o cercate su Google… e poi dai… Basil Wolverton! Lo conoscono tutti, no?!? 😉 )
Non allontaniamo la gente facendola sentire fuori luogo, non adatta, ma accogliamola, soprattutto se ignorante. Sicuramente anche noi avremo da imparare qualcosa da questa persona perché siamo ignoranti anche noi.
Passo 3: l’esperto è un ignorante (che non ha smesso di sognare)
L’ho già scritto tante volte: non si potrà mai sapere tutto ed è necessario che sia così. Quello che possiamo fare è sapere tanto. La nostra conoscenza può essere vasta (conoscere tante cose diverse) o profonda (conoscerne una approfonditamente), difficilmente sarà entrambe le cose contemporaneamente. Decidere in cosa essere esperti e in cosa ignoranti è nostro dovere e diritto. Per alcuni verrà naturale, per altri sarà un po’ più difficile e dovranno sentirsi dare dell’ignorante più spesso ma, hei, è tutta esperienza!
Uno dei modi più veloci e più belli per fare tanta esperienza è affiancarsi ad uno o più esperti del settore che ci interessa. Se non sappiamo chi può darci una mano, dobbiamo prima chiedere o fare un po’ di ricerca preliminare. Dall’altro lato (quello dell’esperto), se vediamo qualcuno interessato ma timido, coivolgiamolo, tiriamolo dentro o teniamogli aperta la porta e accogliamolo quando e se deciderà che il nostro è un mondo che vuole scoprire. Non chiudiamo la porta agli “ignoranti” altrimenti come potrebbero conoscere?
Mostri sacri e approdi impossibili
Il mondo del fumetto (come qualsiasi altro “mondo”) è pieno zeppo di mostri sacri e leggendari, di autori e letture che sembrano imprescindibili, di background che sembrano obbligatori altrimenti non si arriverà mai davvero alla conoscenza!
Non è così.
Chiunque può approcciare qualsiasi cosa partendo da quello che ha, da dove è in quel momento, giocandosi le sue carte, facendo le sue scelte.
Troppo spesso si pensa che un neofita, uno che non ha mai letto fumetti o che non è più abituato a leggerli, debba partire dai grandi classici, da quelle letture che a noi hanno sconvolto o che sono ricchissime, dense di immagini, vignette, significati, intrecci ecc… Invece, se una persona non ha mai letto fumetti o se è da tanto che non ne legge, deve fare quello che gli viene più naturale fare per approcciarsi al fumetto: andare in libreria, in fumetteria, in edicola o ad una fiera dell’editoria a fumetti, perdersi nella varietà e trovare la propria ancora, quel gancio che gli fa dire “ok, una cosa così la posso anche leggere”.
Va bene iniziare da cose commerciali, va bene iniziare da titoletti del cazzo, va bene tutto, basta iniziare a fare esperienza. Questo è il miglior modo possibile per iniziare. In fondo, nessuno consiglierebbe di leggere La Commedia di Dante ad una persona che non ha mai aperto un libro in vita sua. O, se lo facciamo, non dobbiamo poi sorprenderci che questa persona decida di “rimanere nella sua ignoranza” e non aprire mai più un libro.
E questo lo dico facendo una strizzatina d’occhio.
In conclusione
Sento spesso lamentele nei riguardi della gente che non legge fumetti, o che non legge in generale, che non si informa, che non riesce a distinguere una notizia vera da una falsa, che non si appassiona più a nulla ecc… Spesso anche io ho cavalcato le stesse lamentele, quindi lo dico per certo, per esperienza personale. Ma molto più spesso sono stato dalla parte dell’ignorante, di quello che “non può non sapere questa cosa, dai!”; dell’ignorante che “eh ma se non sai questo come puoi parlare di fumetto?!?”; dell’ignorante che “ma ne hai mai fatto uno? No? Allora non puoi capire!”…
Ebbene, la mia conoscenza dipende anche dalle opportunità che gli altri sono disposti ad offrirmi invece di prendersela con la mia mancanza di informazioni. Così come l’ignoranza degli altri, quella di cui anche io mi lamento, dipende dalle opportunità che sono disposto io stesso ad offrire agli altri. L’ignoranza esisterà sempre e per forza, ma forse bisognerebbe imparare a conviverci, ad essere aperti e accoglienti con gli altri riconoscendo in loro la stessa ignoranza che avevamo noi quando abbiamo iniziato a scoprire quel mondo.
Ad oggi, dopo tre anni di attività del Mecenate Povero, dopo ricerche, podcast, fiere, consigli ecc… sono arrivato a conoscere e/o riconoscere circa 300 autori e, se dovessi nominarli a memoria, sono sicuro che arriverei senza problemi a 50, se non di più. Tre anni fa il conto si fermava ad uno. E fra altri tre anni chissà quanti altri ne avrò raggiunti e di quanti ancora ignorerò l’esistenza.