Questo articolo è comparso originariamente sul numero 9 della rivista Amianto (2019)
I lettori con una buona memoria ricorderanno che nel secondo albo di Watchmen vediamo la versione originale di Spettro di Seta, Sally Jupiter, con un albetto a fumetti, regalatagli da un suo ammiratore. La figlia Laurie è disgustata da quelle pagine, ma Sally continua a custodire con cura quel libriccino a luci rosse, trovandolo un pensiero lusinghiero.
Watchmen non è solo una delle migliori storie di supereroi di tutti i tempi, ma è anche una vera e propria storia del fumetto americano. Dai primi vigilantes in maschera fino ai supereroi “figli della bomba atomica”, Moore riesce a citare anche quelli che possono essere considerati i primi fumetti underground, talmente underground da essere letteralmente illegali: le Tijuana Bible.
Diffuse tra gli anni Venti e il Secondo Dopoguerra, le Tijuana Bible erano fumetti di piccole dimensioni (64×102 mm) lunghi otto pagine, stampati in bianco e nero su carta economica, con disegni dalla qualità parecchio variabile: a volte gli illustratori erano veri e propri professionisti, altre volte invece dei disegnatori amatoriali dal tratto ingenuo. Essenzialmente, queste strips erano le parodie pornografiche di alcuni dei più famosi personaggi a fumetti dell’epoca, come Blondie, Little Orphan Annie e Bringing Up Father (da noi Arcibaldo e Petronilla), ma anche Dick Tracy e Popeye. Il fenomeno non includeva solo gli eroi a fumetti, ma anche star del cinema come Clark Gable e, a volte, anche politici o personaggi “scandalosi” dell’epoca, come Wallis Simpson.
Durante la Grande Depressione la popolarità delle Tijuana Bible raggiunse il picco, anche se oggi non ci è possibile quantificare quanto effettivamente vendevano, a causa della loro distribuzione clandestina.
Infatti, a causa dei loro scandalosi contenuti, la pubblicazione delle Tijuana Bible era vietata dalla legge. Questo portava gli autori a rimanere anonimi o ad usare fantasiosi pseudonimi, tra i quali come Mr. Prolific, Mr. Dyslexic, Elmer Zilch e Blackjack (dietro il quale si nascondeva un’autrice donna). Gli stessi nomi delle case editrici erano fasulli (London Press, La France Publishing, Tobasco Publishing Co.) e nascondevano spesso piccoli imprenditori con interessi nel mercato nero, che possedevano loro stessi i mezzi necessari per produrre le Tijuana Bible e altro materiale erotico, che spaziava dalle carte da gioco pornografiche ai cortometraggi osé. Questi fumetti venivano poi venduti, per soli 25 cent, nei luoghi in cui gli uomini erano soliti riunirsi: nei bar, al bowling, nelle burlesque house, ma anche dal barbiere e nei parcheggi.
Inizialmente le Tijuana Bible venivano distribuite attraverso i canali di posta ufficiali, nonostante fosse considerato un crimine spedire pornografia tramite la US mail: chi veniva beccato rischiava di subire anche cinque anni di condanna, come accadde ad un rivenditore di Leavenworth, nello Stato di Washington, nel 1932. Per questo, a partire dagli anni Trenta, la diffusione venne affidata a mezzi privati: piccole com’erano, nel bagagliaio di un’auto potevano entrare addirittura 50.000 Tijuana Bible, che poi venivano diffuse lungo la linea immaginaria che unisce New York a Kansas City.
Il termine “Tijuana Bible”, invece, deriverebbe dal nome di una città messicana. A quanto pare, per motivi non ancora chiariti, verso la fine degli anni Quaranta si credeva che le Tijuana Bible venissero stampate a Tijuana, al confine con la California, per poi essere distribuite negli Stati Uniti. Questo si rivelò falso, in seguito, ma il nome rimase ugualmente.
Nonostante oggi non esistano più, sostituite da altre forme di parodie disegnate, le Tijuana Bible lasciarono comunque qualcosa alle generazioni successive di fumettisti. Durante gli anni Sessanta, un decennio dopo il loro declino, furono da ispirazione per autori del calibro di Robert Crumb e Art Spiegelman, nonché per tutto il filone degli underground comix che, di fatto, rivoluzionò il mondo del fumetto, ampliandone gli orizzonti e le possibilità. La libertà con cui nelle Tijuana Bible venivano reinterpretati i personaggi dei fumetti mainstream, con battutacce sporche e atteggiamenti osceni, non convenzionali, furono una prima piccola ribellione che continua ancora oggi in quel sottobosco di creativi alternativi e di autori di fanzine, fumetti autoprodotti e altre pubblicazioni indipendenti.