L’alba dei webcomics: i primi fumetti digitali

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Quando abbiamo deciso che la seconda stagione di Podcast Povero avrebbe parlato di fumetto tra carta e digitale, non immaginavamo che i webcomics avessero una storia così lunga alle spalle. Considerando però che un libro come Reinventare il fumetto di Scott McCloud (dove per la prima volta viene introdotto il concetto dell’infinite canvas) è stato pubblicato nel lontano 2000, significa che già all’epoca c’era un background ricco di esperienze online. Lo stesso McCloud cominciò a sperimentare in rete nel 1998 (ai tempi in cui la schermata di Windows era questa, per dire), quando non erano ancora tante le famiglie ad avere un computer in casa: se siete curiosi, questi fumetti sono ancora sul suo sito

Ma le prime pubblicazioni online di fumetti risalgono addirittura agli anni ‘80, nel continente americano: primi tentativi che oggi sono sconosciuti e, anzi, addirittura molti non sono più online… Segno che anche qualcosa pubblicato su internet può sparire per sempre!

Ma cominciamo il nostro viaggio alle origini dei webcomics, tornando indietro nel tempo fino al 1985…

A caccia dei primi webcomics: gli anni ‘80 e i primi anni ‘90

Negli anni ‘80 il World Wide Web non esisteva ancora, ma negli Stati Uniti c’erano già persone che si dilettavano a pubblicare online i propri fumetti utilizzando servizi come CompuServe e Usenet. Queste persone erano spesso studenti di materie “tecnologiche”, tra i pochi all’epoca ad avere accesso ad internet.

Ufficialmente il primo fumetto online fu Witches and Stitches di Eric Millikin, che iniziò la pubblicazione nel 1985, pare quando frequentava ancora le elementari. Il fumetto era una parodia non autorizzata di Il mago di Oz e oggi non è più possibile leggerlo perché Millikin rischiò una causa legale per averlo pubblicato (ops!)

A seguire abbiamo T.H.E. Fox (Thaddeus quando l’autore si spostò nel WWW) di Joe Ekaitis, un fumetto furry che venne pubblicato tra il 1986 e il 1998. Fu una strip che uscì a cadenza settimanale e raccontava la vita di tutti i giorni di una volpe e del suo compagno di stanza, un coniglio, oltre che di altri comprimari. Con un po’ di pazienza, si possono leggere alcune strisce di Thaddeus nell’Internet Archive.

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Tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90, aumentarono gli studenti universitari che, per mettersi alla prova e sperimentare con la rete, cominciarono a pubblicare online le proprie strips. Un esempio è Where the Buffalo Roam di Hans Bjordahl (1987-1995), che racconta la classica vita da campus in quel periodo. Alcune strisce si possono leggere qui.

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E poi arrivò il World Wide Web

Il World Wide Web cominciò ad essere a disposizione di tutti a partire dal 1993 e, da quel momento, le comic strips universitarie aumentarono. A dare il loro contributo ci furono anche appassionati di computer, tecnologia e videogiochi, che crearono strip come NetBoy di Stafford Huyler (1994).
NetBoy, dove i personaggi sono degli stickman, è un fumetto abbastanza nerd dove i protagonisti discutono in modo umoristico di tutti quei problemi tecnici che poteva affrontare chiunque ai tempi avesse una connessione internet. Il fumetto raggiunse una certa popolarità, tanto che il server rischiava di crashare quando NetBoy veniva letto da più di sei persone contemporaneamente per secondo. Oggi sarebbe impensabile qualcosa del genere, ma questo significava che anche i fumetti sul web cominciavano ad avere una certa popolarità.

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Intanto, sempre nel 1994, un classico del fumetto come Maus veniva “tradotto” per essere venduto su CD-ROM, che conteneva non solo la storia completa ma anche altri contenuti come interviste e schizzi dell’autore. Oggi ci fa strano pensare ai fumetti su CD-ROM (o anche solo ai CD-ROM), ma anche in Europa negli anni ‘90 si fece questo tipo di operazione… come vedremo tra poco.

Fuori dagli Stati Uniti

In Europa i primi fumetti digitali cominciarono ad essere pubblicati durante gli anni ‘90. Nel 1994 la Finnish Comics Society lanciò una serie di webcomics realizzati da vari autori, fondando l’etichetta NetComics. Nello stesso anno, l’autore tedesco Reinder Djikhuis creò il webcomic fantasy Rogues of Clwyd-Rhan, nato come progetto indipendente cartaceo qualche anno prima.

Un po’ prima, durante gli anni ‘80, in Francia i produttori di videogiochi cominciarono a studiare prodotti diversi da quelli americani. Prodotti che a volte erano trasposizioni su CD-ROM di fumetti famosi, come Iznogoud, Tintin, Blueberry e Lucky Luke. Anche per questo motivo i primi fumetti digitali francesi non nacquero in rete, ma su CD-ROM, iniziando da Opérarion Teddy Bear di Edouard Lussan. Si tratta di un’avventura interattiva ambientata nel 1944, durante la Liberazione Francese, e aveva uno scopo ludico-educativo.

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Tuttavia, proprio come negli altri Paesi, l’introduzione e la diffusione di internet furono più importanti rispetto al CD-ROM. Certo, quest’ultimo permise le prime sperimentazioni multimediali, con l’aggiunta di animazioni e suoni, ma fu grazie a internet e al particolare rapporto creatore/lettore che permetteva ad essere la vera rivoluzione. Ad esempio, in L’égérie di François Coulon e Laurent Cotton (1993), i lettori non solo seguivano la vita quotidiana della protagonista Amandine Palmer, ma potevano anche influenzare il corso della storia commentando e scrivendo agli autori.

In Italia

Durante gli anni Ottanta, sono da segnalare i fumetti di Antonio Glessi e Andrea Zingoni (i Giovanotti Mondani Meccanici), che per la rivista Frigidaire realizzarono una serie di “computer comics” disegnati a 3-bit con il supporto di un Apple II e di una tavoletta grafica.

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In Italia per quanto riguarda i webcomics dobbiamo aspettare fino al 1995, anno in cui Marco Feo e i suoi collaboratori fondarono la prima rivista di fumetti online nel nostro Paese: Lo Sciacallo Elettronico.

Un ruolo importante alle origini dei webcomics italiani lo ebbe anche il Dottor Pira, nome d’arte di Maurizio Piraccini, che nel 2007 lanciò il sito dei Fumetti della Gleba.

Il primo portale italiano dedicato ai webcomics è invece Shockdom, attivo dal 2000, che ha alle spalle una storia affascinante che merita un articolo a parte (inizialmente l’idea di Shockdom si basava su fumetti pubblicati come CD-ROM, cosa che poi venne abbandonata). Proprio su Shockdom vennero pubblicati in Italia i primi fumetti pensati appositamente per il web.

Sitografia